Vogliamo veramente vedere dei manichini sfilare in passerella?
Ieri sera, la puntata di Matrix cominciava con un video di presentazione di Isabelle Caro, che tutti ricordiamo per essere morta a 28 anni di anoressia, fotografata da Oliviero Toscani per una campagna pubblicitaria di No-Lita. Alcuni ospiti della serata, e ci tengo come al solito a puntualizzare "seconda serata!", (perchè non sia mai che la gente capisca troppe cose) lo stesso Oliviero Toscani, una ex ragazza anoressica Bianca, un'incredula Rossella Brescia, arianna David ex anoressica ed ex miss Italia e la Dott.ssa in disturbi alimentari Laura Bellodi.
Nei ricordi del fotografo di moda Toscani, c'è una ragazza malata e non una modella.Isabelle venne scelta tra tante ragazze anoressiche proprio allo scopo della campagna per il brand. L'artista non si sente in colpa per aver aderito all'iniziativa shock, dopotutto non è la fotografia che produce la tragedia, ma la fotografia immortala la tragica realtà. Non si spiega come mai negli anni 60-80 le donne erano piacevolmente sensuali e burrose mentre ora c'è un vero degrado fisico di chi sfila in passerella. Perchè i vestiti stanno bene solo su corpi inesistenti, è la risposta, la sua risposta. "Mi sono detto: qui c'è qualcosa che non funziona. E lì sì, mi sono sentito in colpa, per essere complice in questa collaborazione con la moda e i media che vogliono ragazze magre sempre di più." Isabelle si faceva tatuare le lentiggini e si era rifatta il naso per averlo più piccolo. Era quello il suo scopo, essere piccola, per sempre. Non voleva crescere o forse era sua madre che non lo voleva.Rinnegata dai primi casting per modelle perchè ancora non così magra. Tenuta sotto iperprotezione costante, dice in un incontro con Oliviero:"..avevo una gran paura di crescere."
La presente Bianca parla della sua esperienza, che però non è del tutto passata, ritorna, è sempre dietro l'angolo."E' una forma di egoismo, di presunzione, non avevo nessuna ambizione, mi sentivo vuota dentro ed è una bella sensazione quando riesci a controllare il tuo corpo, perchè del resto de mondo non puoi controllare nulla. Poi ti arrabbi con te stesso perchè senti che riesci a lasciare la malattia". Mi viene da pensare: è mai possibile che dentro una malattia ci si possa sguazzare tristemente felici sentendosi protetti a tutti i costi?Allora la malattia diventa una bambagia, un deterrente per non pensare ad altri problemi, per sentirsi parte di qualcosa quando al di fuori non si è parte di nulla.
Ed è proprio questo il punto: una moda così non è salute, eppure una buona fetta dell'economia italiana e mondiale deriva dal mercato della moda. Se è vero che le taglie 32-38 non esistono ormai più, perchè in passerella continuiamo a vederle?la risposta più logica verte sul fatto che gli stilisti vogliono far risaltare l'abito e non la bellezza delle modelle, riducendole perciò a semplici manichini. Voi ricordate qualche nome, anche solo uno delle modelle che hanno sfilato recentemente?Io personalmente no. E il fatto raccapricciante è proprio questo. La moda sta mettendo in secondo piano il benessere e la persona fisica che indossa i capi, privilegiando solo la fattezza dell'abito, del tessuto, dell'involucro che si posa bene solo su un corpo inesistente, come dice anche Toscani.
Quando ci voltiamo a guardare una donna, raramente parliamo della sua bellezza ma ci concentriamo sulle scarpe, "che vorremmo", o sulla pelliccia"un must di stagione", o sulla sua handbag nuova di zecca che "invidiamo perchè il nostro budget non ce lo consente".
Perchè dal calendario della scorsa settimana della moda è stato snobbato lo show di Elena Mirò che vedeva sfilare donne vere in taglia 44-46?
L'anoressia non sarà nata con la moda, ma è anche vero che esiste un canone mediatizzato. La ricerca della perfezione non deve ricadere nella malattia. Ma soprattutto è necessario incrementare il mercato dell'amore contro quello del dimagrimento.
Ci dobbiamo ritenere un pò complici anche noi che sosteniamo gli stilisti comprandone i capi?
What do you think about it?
Sabrina T.