Patchwork Travel Diary: into the Chicago crazy Loop
I contrasti sono, il più delle volte, ciò che garantisce fascino ai luoghi. Oltreoceano o a pochi chilometri da casa, se si scandaglia con attenzione la vera anima dei posti, incappare in angoli di mondo in cui la contraddizione ne è la condicio sine qua non, è all'ordine del giorno.
Ad accoglierci in Illinois per l'ennesima tappa di un instancabile tour itinerante, è allora una Chicago fervida e multiforme, fatta di grattacieli ma avvolta nei fiori di pesco, di architetture avveniristiche, prima fra tutte il Cloud Gate di Anish Kapoor, meglio conosciuto come "The Bean" tra il Park Grill e il Jay Pritzker Pavilion, ma costellata di brick row houses, case a schiera in mattoni grezzi che rispecchiano la tradizione edile del territorio. Le sponde del Lago Michigan, che tutto pare fuorchè un piccolo specchio d'acqua dolce per estensione e colore, abbracciano e racchiudono il cosiddetto Loop, la zona interna e cittadina che include, tra le altre cose, la mondana Magnificent Mile e il John Hancock Center.
Se tuttavia il mood urbano si respira nella grande area metropolitana e dall'alto dei rooftop bar più esclusivi, l'impalpabile ma pervasiva atmosfera blues dei locali più storici e iconici, lascia traccia della cultura musicale da cui un intero genere ha avuto origine.
Allontanandoci dai clichè e sviscerando il circondario di Chicagoland, tra street art e sobborghi in cui i toni delle voci si alzano, il ritmo si fa duro e la sincerità della routine si palesa negli occhi dei passanti, si approda nel villaggio di Oak Park in cui una ventina di case porta la firma di Frank Lloyd Wright, testimoni oculari del transito verso uno stile architettonico moderno.
Oak Park - Illinois
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